Vangelo di oggi 27 Febbraio con commento di San Francesco di Sales

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 9,22-25.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà.»
Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?»
Traduzione liturgica della Bibbia

San Francesco di Sales (1567-1622)
vescovo di Ginevra, dottore della Chiesa

Colloqui
La rinuncia a se stessi
L’amore che abbiamo per noi stessi (…) è affettivo ed effettivo. L’amore effettivo è quello che possiedono i grandi, ambiziosi di onore e ricchezze, che si procurano un’infinità di beni e non sono mai sazi di acquistarne: questi – dico io – si amano molto di questo amore effettivo. Ma ce ne sono altri che si amano di più dell’amore affettivo: questi sono molto teneri con se stessi e non fanno altro che coccolarsi, curarsi e cercar conforto: hanno una tale paura di tutto ciò che potrebbe far loro male, che fanno una grande pena. (…)

Questo atteggiamento è tanto più insopportabile quando riguarda le cose spirituali, piuttosto che quelle corporali; soprattutto se è praticato o reiterato dalle persone più spirituali, che vorrebbero esser sante subito, senza che costi loro nulla, nemmeno la lotta provocata dalla parte inferiore dell’anima per la ripugnanza verso ciò che è contro natura. (…)

Ripugnare ciò che ci fa ribrezzo, far tacere le nostre preferenze, mortificare gli affetti, mortificare giudizi e rinunciare alla propria volontà è una cosa che l’amore effettivo e tenero che abbiamo in noi non può permettersi senza gridare: quanto costa! E così non facciamo nulla. (…)

Meglio portare una piccola croce di paglia messami sulle spalle senza che lo scegliessi, che andare a tagliarne una ben più grande nel legno con molto lavoro e portarla poi con gran pena. E sarò più gradito a Dio con la croce di paglia che con quella che mi sarei fabbricato con più pena e sudore, e che porterei con più soddisfazione a causa dell’amor proprio che si compiace tanto delle sue invenzioni e molto poco a lasciarsi semplicemente guidare e condurre.