Tre storie vere sull’Angelo Custode

1. L’ANGELO STUDENTE

Una madre di famiglia italiana che conosco personalmente, col permesso del suo direttore spirituale, mi scrisse: Quando avevo quindici anni ci trasferimmo da una città di provincia, dove abitavamo, a Milano perché io potessi studiare all’accademia. Io ero molto timida e avevo paura a viaggiare col tram, perché potevo sbagliare la fermata e perdermi. Mio padre tutte le mattine mi dava la benedizione e mi diceva che avrebbe pregato il mio angelo custode perché mi guidasse. Poco tempo dopo l’inizio delle lezioni, all’entrata e all’uscita dell’accademia, mi si avvicinava un misterioso compagno, vestito con pantaloni e cappotto, poiché era inverno e faceva freddo; aveva circa vent’anni, biondo e bello, dai lineamenti fini, occhi chiari, dolce e severo allo stesso tempo, pieno di luce. Non mi chiese mai il mio nome e io nemmeno chiesi il suo, tanto ero timida. Ma al suo fianco mi sentivo contenta e sicura. Mai mi corteggiò, né mi parlò d’amore. Prima di arrivare in accademia, entravamo sempre in una chiesa per pregare. Egli si inginocchiava profondamente e rimaneva così, benché vi fossero altre persone presenti. Io lo imitavo.

All’uscita dall’accademia mi aspettava e mi accompagnava a casa. Mi parlava sempre con dolcezza di Gesù, della vergine Maria, dei santi. Mi consigliava di comportarmi bene, di evitare le cattive compagnie e di andare tutti i giorni a messa. Spesso mi ripeteva: “Quando hai bisogno di aiuto o conforto, vai in chiesa dinnanzi a Gesù Eucaristia e lui ti aiuterà insieme a Maria, perché Gesù ti ama più degli altri. Per questo ringrazialo sempre per ciò che ti dà”.

Questo amico speciale mi disse, una volta, che mi sarei sposata un po’ tardi e quale sarebbe stato il nome del mio sposo. Verso la fine dell’anno scolastico il mio amico scomparve ed io non lo vidi più. Mi preoccupai, pregai per lui, ma fu inutile. Scomparve all’improvviso così come era apparso. Dal canto mio proseguii i miei studi e mi diplomai, trovai lavoro; passarono gli anni e lo dimenticai, ma non scordai mai i suoi buoni insegnamenti.

Mi sposai a 39 anni e una notte sognai un angelo senza ali che mi disse di essere l’amico della mia adolescenza, e mi ricordò di essermi sposata con un uomo di cui lui aveva detto il nome. Quando lo raccontai a mio marito mi credette e si sentì commosso. Dopo quel sogno ogni tanto torna ad apparirmi nei sogni, talvolta lo vedo proprio. A volte sento solo la voce.

Quando torna a trovarmi in sogno, preghiamo insieme il rosario e andiamo a pregare in diversi santuari; lì vedo moltissimi angeli, i quali partecipano alla messa con intensissima devozione. E mi lascia con una gioia tanto profonda da accompagnarmi per diversi giorni. Quando si rende visibile, compare con una lunga tunica, in tempo pasquale e d’avvento di color oro e bianca, ma senza ali. Il suo aspetto è quello di un ragazzo di vent’anni, come lo vedevo quando avevo quindici anni, di media statura, bello e luminoso.

Mi ispira sentimenti di profonda adorazione verso Gesù. A volte mi ricorda cosa debbo fare o dove devo andare, o non andare; ma se su qualcosa il mio direttore spirituale manifesta un’altra opinione, mi dice di obbedire sempre al mio direttore. L’obbedienza, mi dice, è necessaria. E mi sprona molto a pregare per i peccatori, per i malati, per il Santo Padre, per i sacerdoti.

2. L’ANGELO MECCANICO

Un sacerdote mio amico, mi raccontò un fatto che lui conosceva molto bene, perché raccontato proprio dal protagonista. Un giorno un sacerdote venezuelano e una suora andarono in macchina a far visita ad una famiglia fuori città. Ad un certo punto la macchina si fermò e non voleva saperne di ripartire. Era una strada poco battuta. Pregarono chiedendo aiuto e invocarono i loro angeli. In breve comparve sulla strada un’altra macchina. L’autista scese dare una mano. Guardò il motore, mosse qualcosa e ricominciò a funzionare. Quando il sacerdote mise in moto, guardò dall’altro lato e vide che l’altra macchina non c’era più. Che era successo? Pensarono che il loro angelo fosse venuto ad aiutarli.

3. L’ANGELO POMPIERE

I testimoni nel processo di beatificazione della venerabile suor Monica del Gesù, agostiniana dell’Osservanza, raccontano riguardo alla sua vita: Nell’incendio che divampò nel convento della Maddalena nell’anno 1959 e che minacciava di distruggere il convento stesso (furono arse 400 casse di legna, che si trovavano nel deposito), le fiamme erano spaventose e impedivano completamente l’azione dei pompieri; le fiamme e il fumo infatti non permettevano di penetrare per poter immettere la manica che introducesse l’acqua necessaria per soffocare l’incendio, sempre più esteso. In questo frangente si presenta al convento un giovane di circa quindici anni con una camicia verde. Questo ragazzo si pose un fazzoletto sulla bocca e trascinò con sé la manica con la quale introdurre l’acqua necessaria. Tutte le persone che si trovavano lì, tanto religiose come secolari (arrivate lì per aiutare a soffocare l’incendio) possono testimoniare la presenza di questo ragazzo che non conoscevano e che in seguito non si vide più. Dopo qualche giorno mentre le religiose discutevano su chi potesse essere quel ragazzo, suor Monica ci disse che non avremmo mai saputo chi lui fosse. Tutte ci convincemmo che si trattasse di un fenomeno soprannaturale e che quel ragazzo fosse l’angelo custode di suor Monica(49).