Come si manifestano gli Angeli?

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Per angelofania s’intende una manifestazione sensibile o apparizione visibile di angeli. L’esistenza di esseri spirituali, incorporei, che la Sacra Scrittura chiama abitualmente angeli, è una verità di fede. Ne danno una chiara testimonianza sia la Scrittura e sia la Tradizione. Di essi tratta pure il Catechismo della Chiesa Cattolica nei numeri 328 – 335. sant’Agostino dice a riguardo degli angeli: “La parola Angelo designa l’ufficio, non la natura. Se ci chiede il nome di questa natura, si risponde che è spirito; se si chiede l’ufficio, si risponde che è l’angelo: è spirito per quello che è, mentre per quello che compie è angelo” (S. Agostino, Enarratio in Psalmos, 102, 1,15). Gli angeli – secondo la Bibbia – sono servitori e messaggeri di Dio: “Benedite il Signore, voi tutti suoi angeli, potenti esecutori dei suoi comandi, pronti alla voce della sua parola. Benedite il Signore, voi tutte, sue schiere, suoi ministri, che fate il suo volere” (Salmo 3,20-22). Gesù dice che essi “vedono sempre la faccia del Padre…che è nei cieli” (Mt 18,10). …
… Sono creature puramente spirituali ed hanno intelligenza e volontà: sono creature personali (cfr. Pio XII, Lett. Enc. Humani generis: Denz. – Schonm., 3891) e immortali (cfr. Lc. 20,36). Superano in perfezione tutte le creature visibili, come lo dimostra il fulgore della loro gloria (cfr. Dn. 10, 9-12). Dice il Vangelo di Matteo: “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli…” (Mt 25,31). Gli angeli sono “suoi” in quanto sono stati creati per mezzo di lui e in vista di lui: “Poiché per mezzo di lui sono create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui” (Col 1, 16). Sono suoi ancor più perché li ha fatti messaggeri del suo disegno di salvezza: “Non sono essi tutti spiriti incaricati di un ministero inviati per servire coloro che devono ereditare la salvezza?” (Eb 1,14). Essi, fin dalla creazione (cfr. Gb 38,7) e lungo tutta la storia della salvezza, annunciano questa salvezza e servono la realizzazione del disegno salvifico di Dio. Essi – per citare alcuni esempi – chiudono il paradiso terrestre (cfr. Gn 3,24) , proteggono Lot (cfr. Gn 19), salvano Agar e il suo bambino (cfr. Gn 21,17), trattengono la mano di Abramo (cfr. Gn 22,11). La Legge viene comunicata “per mano degli angeli” (At 7,53). Essi guidano il Popolo di Dio (Es 23, 20-23), annunziano nascite (cfr. Gdc 13) e vocazioni (cfr. Gdc 6,11-24; Is 6,6) assistono i profeti (cfr. 1Re 19,5). Infine è l’arcangelo Gabriele che annunzia la nascita del Precursore e quella dello stesso Gesù Cristo (cfr. Lc 1, 11.26). dall’Incarnazione all’Ascensione, la vita del Verbo incarnato è circondata dall’adorazione e dal servizio degli angeli. Quando il Padre “Introduce il Primogenito nel mondo, dice: lo adorino tutti gli angeli di Dio” (Eb 1,6). Il loro canto di lode alla nascita di Gesù non ha cessato di risuonare nella liturgia della Chiesa: “Gloria a Dio…” (Lc. 2,14). Essi proteggono l’infanzia di Gesù (cfr. Mt 1, 20; 2,13.19), lo servono nel deserto (cfr. Mc 1,12;Mt 4,11), lo confortano durante l’agonia (cfr. Lc 22, 43), quando egli avrebbe potuto da loro essere salvato dalla mano dei nemici (cfr. Mt 26, 53) come un tempo Israele (cfr. 2 Mac 10, 29-30; 1,8). Sono ancora gli angeli che “evangelizzano” (Lc 2,10), annunziando la Buona Novella dell’Incarnazione (cfr. Lc 2, 8-14) e della Risurrezione (cfr. Mc 16, 5-7) di Cristo. Al ritorno di Cristo, che essi annunziano (cfr. At 1, 10-11), saranno là, al servizio del suo giudizio (cfr. Mt 13,41; 25,31; Lc 12, 8-9).
Numerose manifestazioni angeliche si trovano nell’ agiografia cristiana. Nella storia della vita di molti nostri santi cattolici spesso leggiamo di angeli che gli appaiono e parlano con loro, di solito quest’angelo è l’angelo custode di quel santo. Ovviamente tutte queste angelofanie differiscono da quelle riportate nelle Sacre Scritture, perché esse vertono interamente e unicamente sull’autorità umana e dunque non possono competere con nessuna di quelle riportate nel Libri Sacri. La prova storica non è sempre la stessa in questi riferimenti di visioni private e apparizioni di angeli. Quelle, per esempio, che sono state trovate nei non autentici atti dei martiri sono spesso fittizie o leggendarie. Ancora, possediamo molti resoconti ben documentati di angelofanie che riteniamo autentiche e molti casi attendibili di questo genere.
Se apparizioni angeliche si trovano in tutto il Vecchio Testamento, durante la vita di Cristo e dei suoi apostoli, dovremmo essere sorpresi se vediamo che esse continuano attraverso i secoli della storia della cristianità, che dopo tutto è la storia del Regno di Dio sulla terra?
Lo storico di chiesa Teodoreto conferma le apparizione angeliche avvenute a San Simone lo Stilita, che visse per 37 anni sull’angusta vetta di una colonna alta sessanta piedi, dove egli veniva spesso e visibilmente visitato dal suo angelo custode, che lo istruiva riguardo ai ministeri di Dio e della vita eterna e trascorreva con lui molte ore in conversazioni sante e infine gli predisse il giorno in cui sarebbe morto.

Durante le loro apparizioni, gli angeli non solo confortano le anime affaticate con la dolcezza e la saggezza delle loro parole, la bellezza e l’avvenenza dei loro lineamenti, ma essi spesso deliziano e risollevano lo spirito abbattuto con la più dolce musica e la più celestiale melodia. Leggiamo spesso di tali manifestazioni nella vita di monaci santi del passato. Memori delle parole del salmista:“A te voglio cantare davanti agli angeli”, e del consiglio del loro santo fondatore Benedetto, alcuni monaci attualmente trovano se stessi cantando il santo ufficio, di notte, insieme agli angeli, che uniscono le loro voci celestiali a quelle degli umani che cantano. Il Venerabile Beda, che ha citato spesso il passo precedente di San Benedetto, era fermamente convinto della presenza di angeli nei monasteri: “Io so,” egli disse un giorno, “che gli angeli vengono a visitare le nostre comunità monastiche; cosa direbbero se non mi trovassero lì tra i miei fratelli?”. Nel monastero di Saint-Riquier, sia l’abate Gervin che molti suoi monaci sentirono gli angeli unire le loro voci celestiali al canto dei monaci, una notte, mentre l’intero santuario si riempì improvvisamente dei più delicati profumi. San Giovanni Gualberto, fondatore dei monaci Vallombrosani, per tre giorni consecutivi prima di morire vide se stesso circondato da angeli che lo assistevano e cantavano preghiere cristiane. San Nicola di Tolentino, per sei mesi prima di morire, ebbe la gioia di ascoltare ogni notte il canto degli angeli, che accresceva in lui l’ardente desiderio di andare in cielo.
Molto più di un sogno fu la visione che ebbe San Francesco d’Assisi quella notte in cui non riusciva ad addormentarsi: “Tutto sarà come in cielo” egli diceva per confortare se stesso, “dove c’è pace e felicità eterna”, e dicendo ciò si addormentò. Allora egli vide un angelo che stava vicino al suo letto e teneva in mano un violino e un arco. “Francesco”, disse lo spirito celeste, “suonerò per te come suoniamo davanti al trono di Dio nei cieli”. Qui l’angelo sistemò il violino sulla sua spalla e strofinò l’arco tra le corde una sola volta. San Francesco fu invaso da una tale gioia e la sua anima provò una tale dolcezza, che era come se gli non avesse più il corpo e non avesse più dolori. “E se l’Angelo avesse ancora strofinato l’arco tra le corde”, disse il frate in mattino successivo, “allora la mia anima avrebbe lasciato il mio corpo per l’incontrollabile felicità”
Molto spesso tuttavia l’angelo custode assume il ruolo di una guida spirituale, un maestro di vita spirituale, che conduce l’anima alla perfezione cristiana, utilizzando tutti i mezzi indicati per quello scopo senza escludere correzioni e punizioni severe.