Matteo è il Vangelo più importante?

I Vangeli sono il centro teologico del canone delle Scritture e il Vangelo di Matteo si colloca al primo posto tra i Vangeli. Ora la Bibbia e i Vangeli all’interno non si distinguono da soli come semplici documenti da leggere, credere e su cui agire. Piuttosto, la Bibbia trova la sua vera dimora nella liturgia, poiché i testi biblici sono stati scritti e usati per il culto sin dall’inizio, sia nell’antico Israele che nella prima chiesa. E poiché i Vangeli sono centrali nel canone delle Scritture, i Vangeli sono fondamentali per la liturgia della Parola: i cattolici (e altri cristiani liturgici) siedono per la lettura dell’Antico Testamento, il Salmo e l’Epistola, ma rappresentano la lettura di il Vangelo. I Vangeli sono centrali nella liturgia della Parola perché sono centrali nella Scrittura e sono centrali nella Scrittura perché raccontano direttamente della venuta di Gesù Cristo,

Se i Vangeli sono il centro teologico del canone, allora il Vangelo di Matteo è in prima linea nei quattro Vangeli come il Vangelo più importante. Chiamare il Vangelo di Matteo il “Primo Vangelo” non deve essere solo un modo intelligente per evitare domande sulla paternità (molti studiosi moderni negano che Matteo l’abbia scritto) ma un modo per riconoscerne la preminenza, poiché è stato considerato non solo il primo tra è uguale ma ancor più come quel Vangelo che regola le letture degli altri.

Distinguere in questo modo il contenuto del canone della Scrittura non significa affermare una sorta di “canone all’interno di un canone”, determinato da precedenti impegni confessionali con l’effetto di gettare in mare ampie strisce di Sacra Scrittura, ma piuttosto riconoscere la Scrittura come una storia coerente in cui ogni parola ha il suo ruolo, un mosaico in cui ogni pezzo conta e contribuisce alla rappresentazione del tutto. E per la Chiesa storica, tutte le strade portano da e verso il Vangelo di Matteo.

Perché il Vangelo di Matteo ha raggiunto tale preminenza nella storia cristiana, non solo tra i cattolici ma anche tra i cristiani della Riforma radicale, come gli Amish e i Mennoniti?

Innanzitutto, il Vangelo di Matteo si è dimostrato nella liturgia e nella vita. È accessibile. È stato trovato pratico e relativamente facile da leggere, predicare, insegnare e applicare. La ragione di ciò riguarda, a sua volta, l’ampiezza, la profondità e la chiarezza del suo contenuto globale: storie che insegnano ciò che divenne dottrina cristiana fondamentale si trovano in essa, come la nascita della Vergine, la crocifissione sacrificale e l’Eucaristia, e la risurrezione e l’ascensione di Nostro Signore, mentre Gesù stesso pubblica molti insegnamenti diretti e applicabili nei suoi cinque grandi discorsi (in particolare l’amato Sermone sul Monte) e istruisce con l’esempio nelle sezioni narrative.

In secondo luogo, fino a tempi relativamente recenti nella storia cristiana e accademica, si pensava che il Vangelo di Matteo non fosse solo il primo scritto, ma anche un resoconto di testimone oculare. Si pensava che il Vangelo di Marco fosse una sintesi del Vangelo di Matteo; il prologo del Vangelo di Luca ammette che il suo racconto è derivato da quello di Matteo (vedere Luca 1: 1–4 ); e si pensava che Giovanni avesse scritto un Vangelo spirituale e teologico a complemento dei tre Vangeli precedenti. E quindi il I Vangeli hanno ricevuto il loro ordine canonico per profonde ragioni teologiche e storiche. Nell’ordine canonico, si vede anche il movimento dalla particolarità del Vangelo di Matteo, situato com’è all’interno dell’orbita della normativa conservatrice e del giudaismo farisaico, all’universalità dei Vangeli di Luca e Giovanni, in cui l’inclusione gentile nella gente di Dio è chiaro dappertutto.

Una terza, seppur sottile, ragione del Vangelo della preminenza e della posizione di Matteo nel canone e nella storia cristiana come primo Vangelo riguarda la sua natura molto particolare. La storia della salvezza in Israele e l’ebraismo culmina in Gesù l’ebreo, poiché la salvezza viene dagli ebrei (vedere Giovanni 4:22 ); il vangelo è prima per l’ebreo, poi per i gentili ( Rom 1:16 ). Il Vangelo di Matteo si occupa della realizzazione. Tutto si compie nel Matthean Jesus: le Scritture, la giustizia, l’obbedienza, i vari tipi dell’Antico Testamento che Gesù completa. E così il Vangelo di Matteo spettacoli più chiaramente il culmine di sal vazione storia in Gesù l’Ebreo che è stato inviato a Israele ( Mt 10: 5-6 , 15:24) e poi chi comanda ai suoi discepoli di portare lui e il suo insegnamento alle nazioni (28: 16–20).

La storia della storia della salvezza inizia con i genitori della razza umana universale, ma si restringe mentre procede, attraversando le tribù meridionali di Giuda e Benjamin, gli ebrei. Ma con la venuta di Gesù Cristo inizia a riaprirsi, per così dire, man mano che le promesse ad Abramo non riguardano solo Israele o gli ebrei ma in effetti l’intera razza umana si adempiono. Parte delle promesse originali di Dio ad Abramo era che in lui “tutte le famiglie della terra si benediranno da sole” ( Gen 12, 3b ), non solo le famiglie israelite; fu una promessa di importanza universale che i profeti riaffermarono nei loro stessi oracoli (vedere, ad esempio, Isa 56: 6–8 ).