Il consiglio di oggi 21 Settembre 2020 di Ruperto di Deutz

Ruperto di Deutz (ca 1075-1130)
monaco benedettino

Sulle opere dello Spirito Santo, IV, 14; SC 165, 183
Il collettore delle imposte liberato per il Regno di Dio
Matteo, il pubblicano, è stato nutrito con «il pane dell’intelligenza» (Sir 15,3); e con questa stessa intelligenza, egli ha preparato per il Signore Gesù un grande banchetto nella sua casa, poiché aveva ricevuto in eredità una grazia abbondante, conformemente al suo nome [che vuol dire «dono del Signore»]. Un presagio di tale banchetto di grazia era stato preparato da Dio: chiamato mentre era seduto al banco delle imposte, seguì il Signore e «gli preparò un grande banchetto nella sua casa» (Lc 5,29). Matteo gli ha preparato un banchetto, anzi uno molto grande: un banchetto regale, potremmo dire.

Matteo è infatti l’evangelista che ci mostra Cristo Re, attraverso la sua famiglia e i suoi atti. Fin dall’inizio del libro, egli dichiara: «Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide» (Mt 1,1). Descrive poi come il neonato viene adorato dai Magi, in qualità di re dei Giudei; tutta la narrazione prosegue costellata da gesta regali e parabole del Regno. Alla fine troviamo queste parole, pronunciate da un re già incoronato dalla gloria della risurrezione: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra» (28,18). Esaminando attentamente tutta la redazione, noterai che essa è impregnata dei misteri del Regno di Dio. Ma non è un fatto strano: Matteo era stato un pubblicano, ricordava di essere stato chiamato dal servizio pubblico del regno del peccato alla libertà del Regno di Dio, del Regno della giustizia. Quindi, da uomo non ingrato nei confronti del grande re che lo aveva liberato, ha poi servito fedelmente le leggi del suo Regno.