Gesù rivelava a Santa Brigida le virtù importanti dell’anima

Gesù diceva: «Imita la mia umiltà; perché io sono Re di gloria e Re degli angeli, sono stato rivestito di vec­chi stracci e legato nudo alla colonna. Ho udito ogni obbrobrio, ogni calunnia vomitata addosso a me. Prefe­risci la mia volontà alla tua, perché per tutta la sua vita Maria, mia Madre e tua Signora, non ha mai fatto altro che la mia volontà. Se la farai anche tu, il tuo cuore sarà nel mio e sarà infiammato dal mio amore; e così come ciò che è secco e arido prende fuoco facilmente, allo stesso modo la tua anima sarà colma di me ed io sarò in te, in modo che tutte le cose temporali ti risultino amare e qualsiasi voluttà carnale sia un veleno per te. Ti riposerai fra le braccia della mia divinità, che è to­talmente priva di ogni voluttà carnale, ma contiene gioia e diletto dello spirito; infatti l’anima colma di gioia inte­riore ed esteriore non pensa né desidera altro che la gioia che la fa vibrare. Perciò non amare nulla all’infuori di me; in questo modo avrai tutto quello che vorrai a profusione. Non sta forse scritto che l’olio della vedova non viene mai meno? E che nostro Signore ha dato la pioggia alla terra, secondo le parole del profeta? Ora, io sono il vero profeta. Se credi alle mie parole e le segui, in te l’olio, la gioia, l’esultanza non verranno mai meno». Libro I, 1

«Ti ho scelta e presa in sposa per manifestarti i miei segreti, poiché questa è la mia volontà. Del resto mi ap­partieni di diritto, in quanto alla morte di tuo marito hai rassegnato la tua volontà nelle mie mani, visto che, an­che dopo la sua scomparsa, hai pensato e pregato di es­sere povera e hai voluto lasciare ogni cosa per amore mio. Per questo mi appartieni di diritto. Era necessario che, con un amore così grande, mi prendessi cura di te; così ti prendo in sposa e per il mio diletto, il diletto che Dio prova per un’anima casta. La sposa, dunque, deve essere pronta quando lo sposo desidera solennizzare le nozze, affinché ella sia ricca a sufficienza, ornata e puri­ficata dal peccato di Adamo; quante volte, caduta nel peccato, ti ho sorretto e sostenuto. La sposa, inoltre, de­ve portare sul petto le insegne e la livrea del suo sposo; questo significa che devi fare attenzione ai benefici di cui ti ho colmato, alle opere che ho compiuto per te, os­sia: con quanta nobiltà ti ho creato dandoti un corpo e un’anima; di quanta eminenza ti ho dotato dandoti la salute e i beni temporali; con quanta dolcezza ti ho gui­dato, quando sono morto per te e ti ho trasmesso la mia eredità, se desideri averla. La sposa, poi, deve fare la vo­lontà del suo sposo; qual è la mia volontà, se non il fatto che tu mi ami al di sopra di ogni cosa e non desideri al­tro che me? Ora, sposa mia, se non desideri altro che me e se di­sprezzi tutto per amore mio, non solo ti darò come dol­ce e preziosa ricompensa figli e genitori, ma anche ric­chezze e onori, non l’oro e l’argento, ma me stesso; io che sono Re di gloria, ti darò me stesso come Sposo e premio. Se provi vergogna nell’essere povera e disprezzata, pensa che io, tuo Dio, ti ho preceduto lungo questa strada; i miei servitori e i miei amici, infatti, mi hanno abbandonato sulla terra, poiché non ho cercato gli amici della terra, ma del cielo. Inoltre, se temi il peso della fatica e dell’infermità, pensa quanto è doloroso bruciare nel fuoco. Cosa ti meriteresti se avessi offeso qualcuno così come hai offeso me? Anche se ti amo con tutto il cuore, non vengo mai meno alla mia giustizia: poiché mi hai offeso in tutte le tue membra, in esse troverai soddi­sfazione. Tuttavia, data la buona volontà che dimostri e i tuoi propositi di fare ammenda, tramuto la mia giusti­zia in misericordia, rimettendo, in cambio di una picco­la espiazione, i supplizi più dolorosi. Accetta dunque con entusiasmo una piccola pena, cosicché, purificata, tu ottenga più velocemente una ri­compensa più grande; è più ragionevole, infatti, che la sposa soffra e lavori con lo sposo, affinché possa riposa­re con lui con maggiore fedeltà». Libro I, 2

«Io sono il tuo Dio e il Signore che onori. Sono co­lui che con la sua potenza regge il cielo e la terra, e che non ha alcun sostegno né appoggio. Sono colui che, sot­to le specie del pane e del vino, vero Dio e vero uomo, viene immolato ogni giorno. Sono colui che ti ha scelto. Onora il Padre mio; amami; obbedisci al mio Spirito, rendi grande onore a mia Madre, tua Signora. Onora tutti i miei santi; mantieni la retta fede che ti insegnerà colui che ha provato di persona il conflitto della verità e della falsità e che ha vinto grazie al mio soccorso. Man­tieni vera la mia umiltà. Qual è la vera umiltà se non quella di manifestare ciò che si è, e lodare Dio per i be­ni che ci ha dato? Ora, se vuoi amarmi, ti attirerò a me con la carità, come la calamita attira il ferro; e ti racchiuderò nella forza del mio braccio, così potente che nessuno può stenderlo, così fermo che quando è disteso nessuno può piegarlo o curvarlo; ed è pure così dolce che supera ogni aroma e non può essere paragonato con i piaceri del mondo, perché li supera tutti». Libro I, 3