Devozione alle Sante Piaghe: la rivelazione divina di Suor Marta

Era il 2 agosto 1864; aveva 23 anni. Nei due anni che seguirono la Professione, se si eccettuano un modo di pregare non comune e un costante raccoglimento, nulla di notevole appariva nel comportamento di Suor M. Marta che potesse far presagire le straordinarie, soprannaturali grazie di cui godrà in seguito.
Prima di accennare ad esse sarà bene dire che tutto quello che stiamo per scrivere è tratto dai manoscritti delle Superiore alle quali Suor M. Marta confidava tutto quello che le accadeva, spronata in questo da Gesù stesso che un giorno le disse: «Dì alle tue Madri di scrivere tutto ciò che viene da me e ciò che viene da te. Non è male che si conoscano i tuoi difetti: io desidero che tu riveli tutto ciò che si verifica in te, per il bene che ne risulterà un giorno, quando sarai in Paradiso».
Lei non poteva certo controllare gli scritti della Superiora ma ci pensava il Signore; a volte si vedeva ricomparire l’umile conversa che riferiva che Gesù le aveva detto: «Tua Madre ha omesso di scrivere questa cosa; io voglio che sia scritta».
Le Superiore, d’altra parte, avevano avuto il consiglio di mettere tutto per scritto e di custodire il segreto su queste confessioni anche da illuminati superiori ecclesiastici, cui si erano rivolte per non assumersi del tutto la responsabilità di quella sorella straordinaria; essi, dopo un esame serio e completo, furono concordi nell’affermare che «la via per la quale camminava Suor M. Marta aveva l’impronta del divino»; così esse non tralasciarono di riportare nulla di quanto riferiva loro quella sorella e lasciarono, all’inizio dei loro manoscritti, questa dichiarazione: «Alla presenza di Dio e dei nostri SS. Fondatori noi trascriviamo qui, per obbedienza e il più esattamente possibile, ciò che crediamo essere manifestato dal Cielo, per il bene della Comunità e a vantaggio delle anime, in grazia di una amorosa predilezione del Cuore di Gesù».
Va detto anche che, fatta eccezione di alcune austerità volute da Dio e delle sue esperienze soprannaturali che rimasero sempre il segreto delle Superiore, le virtù e il comportamento esteriore di Suor M. Marta non si allontanarono mai dall’umile vita visitandina; non ci fu nulla di più semplice e di più ordinario delle sue occupazioni.
Nominata refettoriera dell’Educandato, trascorse tutta la sua esistenza in questo ufficio, lavorando nascosta e silenziosa, spesso lontana dalla compagnia delle sorelle. Svolgeva una grande quantità di lavoro perché aveva anche la cura del Coro e le era stata affidata la raccolta della frutta che, in alcune stagioni, l’obbligava ad alzarsi alle quattro della mattina.
Le Superiore, però, che conoscevano la sua intimità con Dio, incominciarono ad incaricarla di intercedere presso di Lui. Nel 1867 il colera imperversò nella Savoia e fece numerose vittime anche a Chambery. Le Madri, allarmate, le fecero chiedere di preservare la Comunità dalla malattia e se dovevano accettare quell’anno le educande. Gesù rispose di farle entrare subito e promise l’immunità; nessuna infatti nel monastero fu colpita dal terribile morbo.
Fu in questa occasione che, promettendo la sua protezione, il Signore domandò, insieme a qualche penitenza, delle «preghiere in onore delle SS. Piaghe».
Già da tempo Gesù aveva affidato a Suor M. Marta la missione di far fruttificare i meriti della sua Passione «offrendo incessantemente all’Eterno Padre le sue SS. Piaghe per la Chiesa, la Comunità, per la conversione dei peccatori e per le anime del Purgatorio», ma ora lo chiedeva a tutto il monastero.
«Con le mie Piaghe – diceva – voi compartite alla Terra tutte le ricchezze del Cielo», – e ancora – «Voi dovete far fruttificare questi tesori delle mie SS. Piaghe. Non bisogna restare poveri mentre Vostro Padre è così ricco: la vostra ricchezza è la mia S. Passione»