Devozione al Gesù Bambino di Praga: la sua medaglia, la preghiera

Padre Cirillo fu il primo grande propagatore della devozione al santo Bambino Gesù che d’ora in poi si dirà “di Praga”, proprio per il luogo da cui ha origine. La devozione a Gesù Bambino nel convento di Praga nacque dalla fede di padre Giovanni Ludovico dell’Assunta nel 1628. Secondo la narrazione del cronista, appena eletto priore padre Giovanni, “ordinò al sottopriore e maestro dei novizi, padre Cipriano di Santa Maria, che, per educare i nuovi religiosi, procurasse una bella statua o un’immagine rappresentante il figlio di Dio in forma infantile e la collocasse nell’oratorio comune, dove i frati ogni giorno, mattino e sera, si dedicavano alla preghiera; in modo che essi, guardando la statua o l’immagine, a poco a poco fossero indotti a comprendere l’umiltà di Gesù nostro salvatore”. Il sottopriore trovò nella principessa Polissena di Lobkowicz la persona che donò la statua desiderata. Era un ricordo di famiglia e la principessa nel 1628, rimasta vedova, donò la statuetta di cera di Gesù Bambino al convento affinché vi fosse degnamente custodita.

Solo alcuni anni più tardi, nel 1641, su richiesta dei laici devoti, la statua di Gesù Bambino trovò posto in chiesa, offerta alla pubblica venerazione. I fedeli vi accorrevano con semplicità e fiducia. Si rendeva vero ciò che un giorno si sentì dire in cuore il venerabile padre Cirillo, mentre pregava davanti all’immagine rimessa in onore, ma ancora con i segni dell’oltraggio fatto dagli eretici che avevano tagliato le mani alla statuina:

“Abbiate pietà di me e io avrò pietà di voi; rendetemi le mie mani e io vi donerò la pace. Più voi mi onorerete, più Io vi favorirò” .

La devozione a quella immagine divenne popolare a Praga e cominciò a varcare i confini della Cecoslovacchia perché i Carmelitani Scalzi la promossero assiduamente in ogni loro chiesa.

Fra tutti i centri di culto e di devozione al santo Bambino Gesù di Praga, spicca oggi, per la fama e l’affluenza dei fedeli, il santuario-basilica di Arenzano (Genova-Italia).

LA MEDAGLIA del GESU’ BAMBINO di PRAGA

E’ una croce “di Malta” di grandezza comune, con incisa l’immagine di Gesù Bambino di Praga, ed è benedetta. Si rivela assai efficace contro le insidie del demonio che cerca di nuocere sia alle anime che ai corpi.

Essa attinge la sua efficacia dall’immagine del Bambino Gesù e dalla croce. Vi sono incise alcune parole evangeliche, quasi tutte pronunciate dal Divino Maestro. Intorno alla figura di Gesù Bambino si leggono le iniziali: “V.R.S.” Vade retro, Satana (Vattene, Satana); “R.S.E.” Rex sum ego (Io sono re); “A.R.T.” Adveniat regnum tuum (Venga il tuo regno).

Ma l’invocazione più efficace per tenere lontano il demonio ed impedirgli di fare del male è certamente il nome “Jesus”.

Altre parole presenti sono: Verbum caro factum est (E il Verbo si è fatto carne), che sono incise sul retro della medaglia, con quelle attorno al monogramma di Cristo che dicono: Vincit, Regnat, Imperat, nos ab omni malo defendat (Vince, Regna, Domina, ci difende da ogni male).

La medaglia-salvaguardia viene spedita a chi ne fa richiesta al santuario.

SANTUARIO DI GESU’ BAMBINO

PADRI CARMELITANI SCALZI

Piazzale Santo Bambino 1

16011 Arenzano GENOVA

ORAZIONE A GESU’ BAMBINO di PRAGA

rivelata da Maria Santissima al V.P. Cirillo della Madre di Dio Carmelitano Scalzo e primo apostolo della devozione al Santo Bambino di Praga.

O Bambino Gesù, io ricorro a Voi, e Vi prego che per l’intercessione della vostra Santa Madre, vogliate assistermi in questa mia necessità (si può esporla), perché credo fermamente che la vostra Divinità mi può soccorrere. Spero con tanta fiducia di ottenere la vostra santa grazia. Vi amo con tutto il mio cuore e con tutte le forze dell’anima mia; mi pento sinceramente dei miei peccati, e Vi supplico, o buon Gesù, a darmi la forza di trionfarne. Propongo di non più offendervi, e a Voi mi offro disposto a tutto soffrire, anziché darvi il minimo disgusto. D’ora innanzi voglio servirvi con ogni fedeltà, e, per amor vostro, o Divin Bambino, io amerò il mio prossimo come me stesso. Pargoletto onnipotente, Signore Gesù, io di nuovo Ve ne scongiuro, assistetemi in questa circostanza… Fatemi la grazia di possedervi eternamente con Maria e Giuseppe, e di adorarvi con gli Angeli santi nella Corte del Cielo. Così sia.