Devozione agli Angeli: le apparizioni di San Michele e la sua preghiera preferita

DEVOZIONE A SAN MICHELE ARCANGELO

Dopo Maria Santissima, San Michele Arcangelo è la più gloriosa, la più potente creatura uscita dalle mani di Dio. Scelto dal Signore come primo ministro della Ss.ma Trinità, Principe dell’Esercito celeste, Custode, prima della Sinagoga, poi della Chiesa, San Michele è stato molto venerato fin dai tempi più remoti. L’Antico ed il Nuovo Testamento parlano di Lui, del Suo potere, delle Sue apparizioni, della Sua intercessione, del dominio affidatogli su tutti gli uomini dalla Suprema Bontà dell’Onnipotente. I Pontefici non mancarono di raccomandare ai Fedeli la Devozione a San Michele.

LE APPARIZIONI DI SAN MICHELE

La reggia terrestre di San Michele si trova nel Gargano, sul sacro monte a nome dell’Arcangelo: “Monte Sant’Angelo”; fu scelta da lui stesso dopo tre meravigliose apparizioni al vescovo Lorenzo Malorano (490). Ecco la storia di tali apparizioni sul Monte Gargano.

PRIMA APPARIZIONE (8 maggio 490)

San Michele si manifestò la prima volta l’8 maggio del 490. Un ricco signore di Siponto smarrì il toro più bello del suo armento. Dopo tre giorni di ricerca, lo rinvenne in una spelonca quasi inaccessibile del Gargano. Irato di non potere riaverlo, egli volle ucciderlo e gli scoccò una freccia. Ma, oh meraviglia, a metà strada, la freccia tornò indietro e colpì l’arciere ad un braccio. Stupito, il signore andò a trovare il vescovo di Siponto, Lorenzo Maiorano, per essere illuminato. Questi ordinò un digiuno di tre giorni e preghiere pubbliche. Il terzo giorno, San Michele apparve al Vescovo, dicendogli di essere l’autore del prodigio della grotta e che questa sarebbe, d’ora in poi, il suo Santuario in terra.

SECONDA APPARIZIONE (12 settembre 492)

Alcuni anni dopo, i Sipontini vennero assediati dall’esercito barbaro di Odoacre, re degli Eruli. Vedendosi sul punto di perire, ricorsero al santo vescovo Lorenzo Maiorano; Egli chiese e ottenne la protezione dell’Arcangelo: San Michele gli apparve, promettendogli la vittoria. Tre giorni dopo, l’aria si oscurò, si scatenò un temporale terribile, il mare si sconvolse. Le orde d’Odoacre, colpite dalle folgori, fuggirono spaventate. La città era salva.

TERZA APPARIZIONE (29 settembre 493)

L’anno seguente, per festeggiare devotamente l’Arcangelo e ringraziarlo della liberazione della città, il Vescovo di Siponto chiese al Pontefice, Gelasio I, il consenso di consacrare la Grotta e di stabilire il giorno di questa Dedicazione. Nella notte dal 28 al 29 settembre 493, San Michele apparve una terza volta al vescovo Lorenzo Maiorano, dicendogli: “Non è d’uopo che dedichiate voi questa chiesa… perché Io l’ho già consacrata… Voi, celebratevi i Santi Misteri… L’indomani mattina, parecchi vescovi e il popolo si recarono in processione al Gargano. Entrati nella Grotta, la trovarono piena di luce. Un altare di pietra era già innalzato e ricoperto di un pallio porporino. Allora il santo vescovo celebrò la prima 5. Messa, alla presenza dei vescovi e di tutto il popolo.

QUARTA APPARIZIONE (22 settembre 1656)

Dodici secoli dopo, la peste infieriva a Napoli ed in tutto il regno. Dopo Foggia, dove mori quasi la metà del popolo, Manfredonia era minacciata. Il vescovo, Giovanni Puccinelli, ricorse a San Michele, chiedendogli, nella Sacra Grotta, con tutto il clero e tutto il popolo, il suo potente aiuto. All’alba del 22 settembre 1656, in una grande luce, vide San Michele, che gli disse: “Sappiate, o Pastore di queste pecorelle, che Io sono l’Arcangelo Michele; ho impetrato dalla Ss.ma Trinità che, chiunque adopererà con devozione i sassi della mia Grotta, allontanerà dalle case, dalle città, e da qualunque luogo, la peste. Praticate e narrate a tutti la Grazia Divina. Voi benedirete i sassi, scolpendo su di essi il segno della Croce con il mio Nome”. E la peste fu vinta.

LA CORONA ANGELICA

Forma della corona angelica

La corona usata per recitare la «Coroncina Angelica» è formata da nove parti, ciascuna di tre grani per le Ave Maria, preceduti da un grano per il Padre nostro. I quattro grani che precedono la medaglia con l’effigie di San Michele Arcangelo, ricordano che dopo l’invocazione ai nove Cori angelici bisogna recitare ancora quattro Padre nostro in onore dei Santi Arcangeli Michele, Ga­briele e Raffaele e del Santo Angelo custode.

Origine della corona angelica

Questo pio esercizio fu rivelato dall’Arcangelo Michele stesso alla serva di Dio Antonia de Astonac in Portogallo.

Il Principe degli Angeli apparendo alla Serva di Dio disse che voleva essere venerato con nove invocazioni in ricordo dei nove Cori degli Angeli.

Ogni invocazione doveva comprendere il ricordo di un Coro angelico e la recita di un Padre nostro e tre Ave Maria e con­cludersi con la recita di quattro Padre nostro: il primo in suo onore, gli altri tre in onore di S. Gabriele, S. Raffaele e degli Angeli custodi. L’Arcangelo promise ancora di ottenere da Dio che colui che l’avesse venerato con la recita di questa coroncina prima della Comunione, sarebbe stato accompagnato alla sacra Mensa da un Angelo di ciascuno dei nove Cori. A chi l’avesse recitata ogni giorno prometteva la continua particolare assistenza sua e di tutti gli Angeli santi durante la vita e in Purgatorio dopo la morte. Benché queste rivelazioni non siano ufficialmente riconosciute dalla Chiesa, tuttavia tale pia pratica si diffuse tra i devoti dell’Ar­cangelo Michele e dei santi Angeli.

La speranza di ricevere le grazie promesse è stata alimentata e sostenuta dal fatto che il Sommo Pontefice Pio IX fece arricchire di numerose indulgenze questo pio e salutare esercizio.

PREGHIAMO LA CORONA ANGELICA

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

O Dio vieni a salvarmi, Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre

Credo

PRIMA INVOCAZIONE

Per intercessione di San Michele e del Coro Celeste dei Serafini, il Signore ci renda degni della fiamma di perfetta carità. Così sia.

1 Pater e 3 Ave al 1° Coro angelico.

SECONDA INVOCAZIONE

Per intercessione di San Michele e del Coro Celeste dei Cherubini, il Signore voglia darci la grazia di abbandonare la via del peccato e correre in quella della cristiana perfezione. Così sia.

1 Pater e 3 Ave al 2° Coro angelico.

TERZA INVOCAZIONE

Per intercessione di San Michele e del sacro Coro dei Troni, il Signore infonda nei nostri cuori lo spirito di vera e sincera umiltà. Così sia.

1 Pater e 3 Ave al 3° Coro angelico.

QUARTA INVOCAZIONE

Per intercessione di San Michele e del Coro Celeste delle Dominazioni, il Signore ci dia la grazia di dominare i nostri sensi e di correggere le corrotte passioni. Così sia.

1 Pater e 3 Ave al 4° Coro angelico.

QUINTA INVOCAZIONE

Per intercessione di San Michele e del Coro Celeste delle Potestà, il Signore si degni di proteggere le anime nostre dalle insidie e dalle tentazioni del demonio. Così sia.

1 Pater e 3 Ave al 5° Coro angelico.

SESTA INVOCAZIONE

Per intercessione di San Michele e del Coro delle ammirabili Virtù celesti, il Signore non permetta che cadiamo nelle tentazioni, ma ci liberi dal male. Così sia.

1 Pater e 3 Ave al 5° Coro angelico.

SETTIMA INVOCAZIONE

Per intercessione di San Michele e del Coro Celeste dei Principati, Dio riempia le nostre anime dello spirito di vera e sincera obbedienza. Così sia.

1 Pater e 3 Ave al 7° Coro angelico.

OTTAVA INVOCAZIONE

Per intercessione di San Michele e del Coro Celeste degli Arcangeli, il Signore ci conceda il dono della perseveranza nella fede e nelle opere buone, per poter giungere all’acquisto della gloria del Paradiso. Così sia.

1 Pater e 3 Ave all’8° Coro angelico.

NONA INVOCAZIONE

Per intercessione di San Michele e del Coro Celeste di tutti gli Angeli , il Signore si degni di concederci di essere custoditi da Essi nella presente vita mortale e poi condotti alla gloria eterna dei Cieli. Così sia.

1 Pater e 3 Ave al 9° Coro angelico.

Si recitino infine quattro Pater:

il 1° a San Michele,

il 2° a San Gabriele,

il 3° a San Raffaele,

il 4° al nostro Angelo Custode.