Devozione a Padre Pio: il suo pensiero oggi 22 Agosto

18. Camminate con semplicità nella via del Signore e non tormentate il vostro spirito.
Bisogna che odiate i vostri difetti, ma con odio tranquillo e non già fastidioso ed inquieto.

19. La confessione, che è lavacro dell’anima, bisogna farla il più tardi ogni otto giorni; io non mi sento tenere le anime lontane dalla confessione più di otto giorni.

20. Il demonio ha un’unica porta per entrare nell’animo nostro: la volontà; delle porte segrete non ve ne sono.
Nessun peccato è tale, se non è stato commesso con la volontà. Quando non c’entra la volontà, non c’entra il peccato, ma debolezza umana.

21. Il demonio è come un cane rabbioso alla catena; oltre il limite della catena egli non può azzannare alcuno.
E tu allora stattene lontano. Se ti avvicini troppo, ti fai prendere.

22. Non abbandonate l’anima vostra alla tentazione, dice lo Spirito Santo, poiché la gioia del cuore è la vita dell’anima, è un tesoro inesauribile di santità; mentre la tristezza è la morte lenta dell’anima e non è utile a nulla.

23. Il nemico nostro, congiurato ai nostri danni, si fa forte con i deboli, ma con chi l’affronta con l’arma in pugno diventa un vigliacco.

24. Il nemico, purtroppo, ci sarà sempre alle costole, ma ricordiamoci, però, che la Vergine veglia su di noi. Quindi raccomandiamoci a Lei, specchiamoci su di Lei e siamo certi che la vittoria è proprio di chi confida in questa gran Madre.

25. Se riuscite a vincere la tentazione, questa fa l’effetto che la liscivia fa sulla biancheria sudicia.

26. Subirei infinite volte la morte, innanzi di offendere il Signore ad occhi aperti.

27. Col pensiero e nella confessione non si deve tornare sulle colpe accusate nelle confessioni precedenti. Per la nostra contrizione Gesù le ha perdonate al tribunale di penitenza. Là egli si è trovato dinanzi a noi e alle nostre miserie come un creditore di fronte a un debitore insolvibile. Con un gesto d’infinita generosità ha lacerato, ha distrutto le cambiali da noi sottoscritte peccando, e che non avremmo certo potuto pagare senza il soccorso della sua clemenza divina. Tornare su quelle colpe, volerle riesumare soltanto per averne ancora il perdono, soltanto per il dubbio che non siano state realmente e largamente rimesse, non sarebbe forse da considerare come un atto di diffidenza verso la bontà della quale aveva dato prova, lacerando egli stesso ogni titolo del debito da noi contratto col peccare?… Torni, se ciò può esser motivo di conforto alle anime nostre, torni pure il pensiero alle offese arrecate alla giustizia, alla sapienza, all’infinita misericordia di Dio: ma solo per piangere su di esse le lacrime redentrici del pentimento e dell’amore.

28. Nel tumultuar delle passioni e delle avverse vicende ci sorregga la cara speranza della sua inesauribile misericordia: corriamo fidenti al tribunale di penitenza, ove egli con ansia di padre in ogni istante ci attende; e, pur consapevoli della nostra insolvibilità dinanzi a lui, non dubitiamo del perdono solennemente pronunziato sui nostri errori. Poniamo su di essi, come c’è l’ha posta il Signore, una pietra sepolcrale!