7 motivi per fare la devozione a San Giuseppe

I motivi che ci devono spingere ad essere devoti di San Giuseppe sono sintetizzabili nei seguenti:

1) Sua dignità di Padre putativo di Gesù, di vero Sposo di Maria SS. e di Patrono universale della Chiesa;

2) Sua grandezza e santità superiore a quella di ogni altro Santo;

3) Sua potenza d’intercessione sul cuore di Gesù e di Maria;

4) L’esempio di Gesù, di Maria e dei Santi;

5) Il desiderio della Chiesa che istituì in suo onore due feste: il 19 Marzo e il primo Maggio (quale Protettore e Modello degli operai) e indulgenziò tante pratiche in suo onore;

6) Il nostro vantaggio. Santa Teresa dichiara: «Non ricordo di avergli chiesta alcuna grazia senza averla ricevuta… Conoscendo per lunga esperienza il meraviglioso potere che ha presso Dio vorrei persuadere tutti a onorarlo con culto particolare»;

7) Attualità del suo culto. «Nell’epoca del rumore e dello strepito, è il modello del silenzio; nell’epoca dell’agitazione senza freno, è l’uomo della preghiera immobile; nell’epoca della vita in superficie, è l’uomo della vita in profondità; nell’epoca della libertà e delle rivolte, è l’uomo dell’obbedienza; nell’epoca della disorganizzazione delle famiglie è il modello della dedizione paterna, della delicatezza e della fedeltà coniugali; nell’epoca in cui sembrano contare solo i valori temporali, è l’uomo dei valori eterni, i veri”».

Ma non possiamo andare oltre senza aver prima ricordato quanto dichiara, decreta in perpetuo (!) e raccomanda il grande Leone XIII, devotissimo di San Giuseppe, nella sua enciclica “Quamquam pluries”:

«Tutti i cristiani, di qualunque condizione e stato, hanno ben motivo di affidarsi e abbandonarsi all’amorosa tutela di San Giuseppe. In lui i padri di famiglia hanno il più alto modello di vigilanza e provvidenza paterna; i coniugi un perfetto esemplare di amore, di concordia e di fedeltà coniugale; i vergini il tipo e, nello stesso tempo il difensore dell’integrità verginale. I nobili, ponendosi innanzi agli occhi l’immagine di San Giuseppe, imparino a conservare la loro dignità anche nell’avversa fortuna; i ricchi comprendano quali sono i beni che occorre desiderare con ardente brama e radunare con impegno.

I proletari, gli operai e coloro che hanno poca fortuna, ricorrano a San Giuseppe per un titolo o diritto loro tutto particolare e imparino da lui quello che debbono imitare. Infatti Giuseppe, sebbene di stirpe regale, unito in matrimonio con la più santa ed eccelsa tra le donne, padre putativo del Figlio di Dio, passò la vita sua nel lavoro e procurò il necessario per il sostentamento dei suoi con l’opera e l’arte delle sue mani. Se dunque ben si osserva, la condizione di coloro che sono in basso, non è per nulla abietta; e il lavoro dell’operaio, lungi dall’essere disonorante, può invece essere molto nobilitato [e nobilitante], se viene unito alla pratica delle virtù. Giuseppe, contento del poco e del suo, sopportò con animo forte ed elevato le privazioni e le strettezze inseparabili dal suo modestissimo vivere; ad esempio del Figlio suo, il quale, essendo Signore di tutte le cose, assunte le sembianze del servo, abbracciò volenterosamente la massima povertà e la mancanza di ogni cosa. […] Decretiamo che in tutto il mese di Ottobre, alla recita del Rosario, da Noi già altre volte prescritta, si aggiunga l’orazione a San Giuseppe, di cui riceverete la formula assieme a questa enciclica; e che ciò si faccia ogni anno, in perpetuo.

A quelli che devotamente reciteranno la suddetta orazione, concediamo l’indulgenza di sette anni e di sette quarantene ogni volta.

E’ molto vantaggioso e altamente raccomandabile consacrare, come già si fa in vari luoghi, il mese di Marzo a onore di San Giuseppe, santificandolo con quotidiani esercizi di pietà. […]

Raccomandiamo inoltre a tutti i fedeli […] il 19 Marzo […] di santificarlo almeno in privato, ad onore del santo Patriarca, come fosse giorno festivo».

E il Papa Benedetto XV incalza: «Poiché questa Santa Sede ha approvato diverse maniere con cui onorare il Santo Patriarca, si celebrino con maggiore solennità possibile il Mercoledì ed il mese che gli è dedicato».

Quindi la Santa Madre Chiesa, per mezzo dei suoi pastori ci raccomanda due cose in particolare: la devozione al Santo e il prenderlo a nostro modello.