Preghiera di Gesù al Padre contro il demonio

«Eterno Dio altissimo e Padre mio, io vi adoro e magnifico il vostro essere infinito ed immutabile; vi confesso immenso e sommo bene e mi offro in sacrificio alla vostra divina volontà per vincere e schiacciare le forze infernali e i loro consigli perversi contro le mie creature. Io combatterò contro i miei e loro nemici, e con le mie opere e le mie vittorie sul dragone sarò per loro un esempio di ciò che devono fare contro di lui; egli sarà indebolito e non potrà più afferrare con la sua malvagità quelli che mi serviranno di cuore. Difendete, o Padre mio, le anime dagli inganni e dall’atavica crudeltà del serpente e dei suoi seguaci; concedete ai giusti la forza on-nipotente della vostra destra, affinché per la mia intercessione e la mia morte trionfino sulle tentazioni e sui peri-coli che incontreranno»

Risuoni sempre nel tuo orecchio quel lamentevole e disperato grido dei dannati, che incomincerà dalla fine della loro vita e dal principio della loro morte eterna: «Oh, noi insensati, che giudicammo pazzia la vita dei giusti! Oh, come sono collocati tra i figli di Dio e partecipano alla beatitudine dei santi! Dunque noi rifiutammo il cammino della verità e della giustizia! Il sole non nacque per noi! Ci stancammo nella via della malvagità e della perdizione e cercammo sentieri difficili, ignorando per colpa nostra la strada del Signore. A che ci è giovata la superbia? A cosa ci valse l’onore delle ricchezze? Tutto è finito per noi come ombra! Oh, non fossimo mai nati!».

Per lottare come tale pregò il Padre nella parte più elevata dello spirito, dove non arriva la conoscenza dell’infelice tiranno: «Dio mio, affronto il mio rivale per abbattere la sua furia e il suo orgoglio contro di voi e contro le anime che amo; per vostra gloria e loro bene voglio abbassarmi a sopportare l’audacia di questo serpente e schiacciare il suo capo, cioè la sua alterigia, affinché i cristiani lo trovino già vinto quando saranno attaccati da lui, se per propria colpa non gli si abbandoneranno. Vi supplico di ricordarvi del mio trionfo quando verranno tormentati da lui e di ritemprar-ne la fiacchezza, perché grazie ad esso conseguano il loro, si rinfranchino con il mio esempio e imparino come resistergli e sconfiggerlo».